Alexander Olivier Oexmelin

Mi imbattei nel nome di Oexmelin (Esquemelin, Exquemelin) durante le ricerche storiche sul popolo di Tortuga e le gesta dei Filibustieri di Morgan e persi letteralmente settimane alla ricerca di una copia del suo famosissimo libro sulla Filibusta.
Sfortunatamente, a quel tempo non fui abbastanza fortunata, e dovetti accontentarmi delle citazioni tratte da altri testi sulla storia della pirateria. Tuttavia, questa figura mi affascinò al punto da metterla in Corinna, al fianco di Mansfield e Morgan, immaginando come dovesse apparire un medico-scrittore tra gli uomini di Tortuga.
Di Oexmelin non si hanno molte notizie, se non quelle inerenti alla vicenda della pubblicazione del suo libro.
Nacque in Francia, a Honfleur, nel 1645-46. Giovane studente di medicina, si imbarcò per le Antille dopo che il re proibì ai protestanti di esercitare la professione di medico-chirurgo. Giunse a Tortuga nel luglio del 1666, e dopo un periodo di servitù sotto la sferza di un uomo brutale, il governatore dell’isola Bertrand d’Ogeron, si imbarcò su un naviglio filibustiere come chirurgo. Delle spedizioni di cui Oexmelin parla nel suo libro, egli prese parte a due di esse: la presa di Maracaibo del 1669, e il sacco di Panama del 1670-71, entrambe al fianco di Morgan.
Nel 1672, stanco della vita di corsa che ha condotto per cinque anni, fece ritorno in Europa. Tra il 1672 e il 1678 fece altri tre viaggi verso l’America, sia con gli Olandesi che con gli Spagnoli, e ad Amsterdam, nel 1678 pubblicò per la prima volta i suoi manoscritti.
Dall’anno seguente, di Oexmelin si perdono le tracce, mentre invece è ben conosciuta la storia del suo libro.
Nel 1679 venne tradotto in Germania; nel 1681 apparve la prima edizione Spagnola con molti dettagli inediti, tradotta da Alonso de Buena Maison, un chirurgo che conosceva Oexmelin personalmente. Nel 1684 è il turno della prima edizione inglese, pubblicata da  Crooke and Malthus, una traduzione dell’edizione olandese; in seguito la seconda venne tradotta da quella spagnola; ma Sir Henry Morgan, a quel tempo governatore di Giamaica, considerando lesive della sua immagine le parti che lo vedevano protagonista, citò gli editori che furono costretti a pagargli un’indennità di 200 sterline e a rettificare i fatti nella prefazione del libro.
Ritroviamo notizie di Oexmelin attorno al 1686 a Parigi, mentre lavora per una commissione delle forze navali francesi. Quindici anni dopo la presa di Maracaibo, uscì a Parigi una nuova edizione del libro contenente dieci nuovi capitoli, apparentemente basato ,su un nuovo manoscritto. Nel 1699 Oexmelin lasciò la Francia per fare ritorno nuovamente in America, perdendosi l’uscita della seconda edizione francese, arricchita ulteriormente di altri capitoli sulle avventure dei bucanieri, che non provenivano dai manoscritti originali ma furono attribuiti a un anonimo bucaniere. 

Bucanieri nei Caraibi, A.O. Esquemelin
effemme edizioni srl, Milano 

Questo libro è la testimonianza più straordinaria e autentica del mondo dei bucanieri e dei pirati nelle Antille del Seicento. Uno dei rari resoconti che ci vengono, per così dire, “dall’interno” di quel mondo torbido e affascinante al tempo stesso. Scritto da un medico che visse per anni con i bucanieri dell’isola di Tortuga partecipando alle loro spedizioni sui mari e sulle coste, il racconto contiene informazioni che sono tra le pochissime di prima mano sulla vita quotidiana di questi uomini. Non a caso le sue pagine più famose sono state copiate e ricopiate generazione dopo generazione, ispirando la fantasia di scrittori di ogni tipo: il cibo, l’abbigliamento, il vino e le donne, gli abbordaggi e i consigli di guerra, gli attacchi alle navi e ai castelli e le torture per far confessare alle vittime i nascondigli delle loro ricchezze, tutto viene raccontato in modo vivido e palpitante. 

Dal libro:
Alcuni prigionieri vennero torturati per indurli a confessare dove avevano nascosto il resto dei loro averi, ma riuscirono ad estorcergli ben poco. L’Ollonais, al quale non era mai importato nulla di uccidere dieci o dodici spagnoli, estrasse la sua sciabola e a sangue freddo fece a pezzi un prigioniero sotto gli occhi di tutti gli altri dicendo: – Se non confessate dove avete nascosto il resto dei vostri beni, farò altrettanto a tutti i vostri compagni. – “

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